Max Stirner (Johann Kaspar Schmidt 1806-1856) è - perché i suoi scritti sono più vivi che mai - il pensatore più autenticamente ribelle e coerente che l’800 ci ha traghettato.
Contro il suo scomodo pensiero si sono mobilitati i più grandi “fenomeni” a lui contemporanei e non, utilizzando i mezzi più disparati: dall’impossibile contrasto iniziale (Feuerbach, Szeliga, Kuno Fischer, Hess, …) all’oblio; dal plagio totale senza menzione (Friedrich Nietzsche) alla denigrazione più accanita (Karl Marx).
Quest’ultimo infatti (di natura a dir poco reazionaria), non potendo concepire una visione liberatoria dell’individuo, ma altresì coercitiva, ha pensato bene di scrivere un trattato (Ideologia Tedesca) dove inventa la DISONESTÀ INTELLETTUALE, pratica molto utilizzata particolarmente da quella parte di individui (compagni) che si autodefiniscono di SINISTRA.
Ben tre quarti di questa poderosa opera (quasi 400 pagine) hanno come bersaglio Max Stirner nel tentativo di demolire il nemico (di questo si tratta per Marx e i marksisti, i comunisti, i socialisti: chi la pensa diversamente da me un nemico!!!), ma il tentativo non riesce e il tanto sudato lavoro - Ideologia tedesca - scritto probabilmente per attenuare gli spasmi biliari, tra il 1845 e il 1846, non sarà immediatamente pubblicato, ma uscirà postumo nel 1932 a cura di David Riazanov attraverso l'istituto Marx-Engels di Mosca.
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